Orzo, il cereale dei gladiatori

12 agosto, 2019 ,

L’orzo (Hordeum vulgare), che appartiene alla stessa famiglia del frumento e dell’avena, è il più antico cereale coltivato. Le testimonianze più antiche di coltivazione risalgono al 10 500 a.C., nel Neolitico. Anticamente era rinomato come simbolo di potere e valore bellico, tanto che i gladiatori venivano chiamati hordearii, ovvero “uomini d’orzo”.

Quest’antico cereale fu poi largamente soppiantato dal frumento, quando i nostri antenati scoprirono la tecnica di produzione del pane lievitato. Al giorno d’oggi, solo un terzo della produzione mondiale è destinato al consumo umano, principalmente per birra e whisky di malto! L’Unione Europea è al primo posto tra i paesi produttori.

L’orzo è ricco di fibre solubili, il cui consumo può aiutare la salute dell’intestino e normalizzare i livelli di colesterolo e glucosio nel sangue. Due sono i tipi utilizzati principalmente in cucina. Quello normale, detto anche “mondo”, e quello perlato. Quest’ultimo è più rapido da cucinare perché privo del rivestimento esterno, cioè del tegumento e dell’embrione, quindi si mette direttamente sul fuoco senza precedente ammollo e occorrono circa 30 minuti di cottura. La proporzione corretta tra perlato e acqua è di circa 3 parti di acqua e 1 di orzo. Quello tradizionale, quindi non perlato, necessita invece di un ammollo di almeno 6 ore e di una cottura di almeno 60 minuti, con un quantitativo superiore di acqua circa 6 parti di acqua e 1 di orzo.

Provate ad aggiungere questo cereale nei vostri menu come sostituto del riso, nelle insalate, nei pilaf o nelle zuppe.

Orzo pilaf

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Terrina di orzo mondato

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Zuppa di orzo e lenticchie

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Autori

Cinzia Cuneo
Italiana di nascita e canadese d'adozione, Cinzia ha deciso di coniugare le sue competenze professionali e la sua passione per la buona tavola sviluppando un servizio per aiutare i numerosi «aventi bisogno» a riprendere il controllo della loro alimentazione. Così è nata SOSCuisine. Ingegnere di formazione al Politecnico di Torino, Cinzia ha conseguito un Master's Degree in scienze applicate all'École Polytechnique de Montréal.

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